La potenza che sprigiona quest’isola è incredibile. Saranno gli Dei, saranno i vulcani, sarà quell’alone di serenità che si respira ovunque ma qui c’è magia. C’è un equilibrio sacro tra bene e male, tra spiriti buoni e spiriti maligni, tra cielo e terra, tra montagne e mare. Andateci con la mente aperta ad un mondo completamente diverso dal nostro, un mondo dove ogni mattina, davanti a qualsiasi tempio o abitazione, si vedono composizioni di fiori freschi offerti agli Dei, andateci per voi, andateci per fare un viaggio non una vacanza. E andateci con poco bagaglio, in tutti i sensi.
Di Bali, navigando tra i vari siti e blog, si parla come di un vero e proprio paradiso, di un’isola dove sorridono tutti, di un posto che neanche si immagina. Bali è il profumo dei frangipane. Ci sono anche persone che mi hanno detto “A me non è piaciuta”. Com’è possibile che non ti piaccia Bali? Poi ci sono arrivata da sola. Quest’isola offre veramente qualsiasi cosa di cui abbiate bisogno. E purtroppo, a mio avviso, anche quello che qui forse considero un di più. Le zone più turistiche, tipo Kuta, offuscano la vera natura balinese e, per quanto locali, spiagge di surfisti, resort ultra lusso e quant’altro possano essere attraenti per tanti, sarebbe un peccato non inoltrarsi nella parti più interne e ancora incontaminate dell’isola.
All’interno ho passato alcuni giorni a Ubud. Tanto per capirci è dove Julia Roberts in “Mangia Prega Ama” pedala allegramente in bicicletta. È quello della Monkey Forest, quello delle risaie a terrazza. Anche quello dei resort con piscine da sogno nascoste in mezzo alla giungla. Ma sopratutto Ubud è il cuore culturale e artistico dell’isola. Non lo so nemmeno definire tanto è insolita la sua struttura, tipo passeggi come passeggeresti in un paesino tipico, con magari più attenzione a dove cammini, poi giri l’angolo di una strada e caspita! C’è una foresta qui! Ah ah ah no dico? Ma dove sono??